L'appartenenza ad una razza influenza il comportamento di un cane?
Dal punto di vista biologico ogni essere vivente possiede delle precise caratteristiche fisiche e comportamentali che primariamente dipendono dal proprio bagaglio genetico (ciò che i biologi genetisti chiamano genotipo) e che vengono espressi in modo strettamente dipendente con l'ambiente, il quale influenza profondamente tali caratteri (l'espressione di tali caratteri viene definita fenotipo).
É proprio sul bagaglio genetico, il DNA, che agisce la selezione naturale per gli animali selvatici e quella artificiale per gli animali domestici come il cane. Secondo la selezione vengono favorite quelle qualità, fisiche e comportamentali, che siano più possibili compatibili nel caso della selezione naturale con la sopravvivenza dell'individuo e quindi della specie, mentre nel caso di quella artificiale che soddisfino le esigenze e i gusti dell'uomo.
È quindi dall'azione mirata del genere umano, attraverso la selezione artificiale, che esistono oggi le razze canine e uno dei primi caratteri che sono stati prediletti dall'uomo sin dall'origine della specie canina sono stati quelli neotenici. La neotenia è la permanenza dei caratteri infantili sia fisici sia morfologici, ma soprattutto comportamentali anche nell'individuo adulto, come risultato del processo di domesticazione. Ogni razza possiede precisi caratteri neotenici peculiari e in generale gruppi di razze canine possono essere raggruppate attraverso una precisa classificazione detta appunto neotenica proprio in base alle caratteristiche morfologiche comuni possedute. Tale classificazione ripropone l'ontogenesi del lupo ancestrale dal quale si è evoluto il cane domestico (l'ontogenesi corrisponde allo sviluppo dell'individuo dallo stadio embrionale fino a quello dell'adulto) e pertanto i diversi stadi neotenici, fissati dall'uomo nel cane domestico chiarirebbero non solo gli aspetti morfologici, ma in particolar modo le peculiarità generiche comportamentali.
Nonostante la teoria neotenica permetta di poter fare una buona previsione riguardo le attitudini comportamentali di un cane per il fatto che appartiene ad una determinata razza, questo comunque rimane profondamente subordinato al bagaglio individuale di ciascun soggetto. Le caratteristiche genetiche comportamentali quindi definiscono i limiti entro cui possono essere espressi determinati caratteri, la cui espressione e modulazione dipende comunque dall'esperienza. Per chiarire con un esempio: pur lavorando sull'esperienza è molto difficile che un qualsiasi molosso diventi un conduttore migliore di un Border collie! Nonostante ciò, pur avendo ben chiare le caratteristiche proprie di un cane è necessario valutare il suo bagaglio esperienziale e formativo, in modo particolare quando si è di fronte ad un disturbo comportamentale.
Noi tutti siamo frutto delle esperienze che abbiamo vissuto e ciò vale anche per i nostri cani! É ampiamente dimostrato e documentato (Pageat, 1998) che traumi o carenze riferibili ai periodi sensibili dello sviluppo hanno enorme rilevanza nell'insorgenza di diverse problematiche di comportamento riferibili all'età giovanile ed adulta.
Quindi non solo geni, ma soprattutto esperienza!
Dott.ssa Emmanuela Diana
Etologa Zooantropologa
Esperta della relazione fra essere umano e cane
www.emmanueladiana.it
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