Lavorare con gli animali, a contatto con essi e in particolar modo se si tratta di domestici, significa muoversi in un'area di confine fra due mondi: quello animale e quello umano.
È proprio in questa zona di confine che nasce la zooantropologia, il cui obiettivo di ricerca è proprio l'interazione fra uomo e animale in tutte le sue forme e componenti: semiotiche, culturali, psicologiche e comportamentali.
Certamente – come molti hanno voluto precisare – la zooantropologia non è forse una novità, ma essa si inserisce a pieno titolo nel percorso di studio inaugurato da Darwin e continuato nelle ricerche di Etologia e delle Neuroscienze, che ci hanno permesso di far luce e chiarire le nostre conoscenze riguardo molti aspetti dell'alterità animale.
Proprio per il suo ambito di azione, la zooantropologia attinge, racchiudendo in sé, principi e contenuti propri di altre discipline, tra cui l'Etologia, la Zoologia, l'Antropologia, la Psicologia comparata per studiare e approfondire i fattori che hanno portato l'uomo, ma che ancora oggi lo guidano, a ricercare un'interazione con altre specie animali, chiarendo in particolare la natura delle sue pulsioni verso l'alterità animale, i piani e i significati della relazione interspecifica, le dimensioni comunicative che vengono attivate in tale relazione, nonché le conseguenze che si possono osservare e constatare sulla formazione e sull'equilibrio psicologico di entrambi i partner della relazione.
Grande merito di questa disciplina è senza ombra di dubbio quello di riconoscere all'animale una SOGGETTIVITA'. L'animale diventa un essere che partecipa attivamente alla relazione, essendo senziente, comunicativo e dotato di abilità cognitive, che ne sottolineano una indiscutibile INDIVIDUALITA'.
Ogni animale quindi diventa molto più del suo etogramma e approcciarsi a lui utilizzando condizionamenti, metodi standardizzati che si basano sul rinforzo e che non tengono conto del suo essere individuo è a mio avviso estremamente riduttivo!!!Ogni animale – come dico spesso – è molto di più di questo, deve essere “percepito”, capito, ascoltato e, come del resto ogni persona, è un mondo a sé, le cui inclinazioni, comportamento e modo di pensare derivano in parte dalla sua eredità genetica e in larga parte dal suo bagaglio esperienziale. Ogni animale è un universo complesso e irripetibile, fatto di sensazioni, emozioni, sentimenti e processi mentali.
Pertanto chi opera a contatto con gli animali e si occupa di comportamento, dovrebbe essere in grado di lavorare con intelligenza emotiva oltre che possedere solide e robuste conoscenze e competenze scientifiche multidisciplinari come prevede l'approccio zooantropologico.
Per parlare in particolare del cane, come per altri animali domestici, la sua domesticazione è strettamente legata a una iniziale funzione utilitaristica, come ausiliario per le attività umane, prime fra tutte la caccia. Ma oggi il cane ha assunto un ruolo totalmente diverso nella vita dell'uomo: è stata documentata una “evoluzione” nell'ambito della relazione con il nostro amico a quattro zampe e riguardo il valore che esso ha assunto in ambito affettivo per l'uomo.
Proprio per questo credo che oggi, più di ieri, sia necessario fare luce sulle dinamiche relazionali con il cane e che la zooantropologia sia uno strumento indispensabile a questo scopo perché sia garantito davvero un ben-essere ad entrambi i partner della relazione, umano e canino!
Personalmente penso che la zooantropologia dia un importante contributo anche all'Etologia terapeutica, in particolar modo in casi in cui disturbi di comportamento manifestati dal cane subiscano un'influenza da parte del proprietario e che quindi risultano essere strettamente collegati all'ambito relazionale e alle sue dinamiche.
Dott.ssa Emmanuela Diana
Etologa Zooantropologa
Esperta della relazione fra essere umano e cane
www.emmanueladiana.it
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