Il Canis lupus familiaris è un mammifero sociale, che vive pertanto la sua vita in un branco la cui esistenza è strettamente collegata alla presenza di regole gerarchiche. Ogni cane già a partire dall'infanzia dovrebbe apprendere tali regole in modo corretto, per essere poi in grado di relazionarsi senza difficoltà con i propri conspecifici.
I dati riportati in letteratura sottolineano che effettivamente possono essere individuate due fasi fondamentali relative all'acquisizione delle regole sociali. Una prima fase si verifica all'interno delle prime settimane di vita del cucciolo, quelle che seguono il periodo dello svezzamento. Prima di questo evento, i cuccioli ancora succhiano il latte materno, ma l'accesso alla mammella non è affatto sottoposta ad alcuna regola. Successivamente è la madre a condurre i piccoli alla fonte di cibo a disposizione per il branco, ma normalmente i cuccioli vengono allontanati dagli adulti, i quali possono anche mostrare comportamenti punitivi molto aggressivi.
I soggetti adulti infatti, all'interno del branco sono i primi a consumare il pasto e per questo i cuccioli, anche se affamati, sono costretti a mangiare per ultimi. È proprio grazie all'educazione dei cani adulti, madre compresa, che i cuccioli imparano progressivamente a rispettare l'ordine di accesso all'alimento, assumendo corretti comportamenti di sottomissione per potersi avvicinare al cibo.
Prima che i comportamenti di subordinazione siano correttamente acquisiti, i cuccioli tendono a mostrare una normale aggressività sociale dovuta alla competizione. Poi con l'apprendimento delle regole dei rituali sociali di accesso al nutrimento, tale aggressività tende progressivamente a diminuire fino a scomparire completamente.
La seconda fase invece interessa la pubertà nel maschio, mentre nella femmina coincide con il periodo del secondo estro.
In questo periodo i cani maschi mostrano un aumento dei comportamenti aggressivi e agonistici. Si tratta di una tappa normale dovuta all'interruzione del legame di attaccamento e contemporaneamente all'acquisizione del controllo dei comportamenti collegati al corteggiamento e all'accoppiamento e di quelli relativi alla territorialità.
I giovani maschi vengono infatti di norma allontanati dalle femmine adulte e soprattutto dal maschio dominante ai margini del territorio del branco, per garantire che non abbiano accesso alle femmine adulte. Questa esclusione provoca l'inibizione del comportamento sessuale in presenza dei soggetti dominanti del branco.
Le giovani femmine al loro secondo calore tendono a subire lo stesso trattamento, ma ciò si verifica in modo più progressivo; a differenza dei maschi coetanei non vengono mai completamente emarginate, la sessualità infatti viene controllata in modo indiretto dai feromoni delle femmine adulte.
Dott.ssa Emmanuela Diana
Etologa e Zooantropologa
Esperta di comportamento animale
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