L'utilizzo dei cani nel corso dei secoli è stato ampiamente e scientificamente documentato in ogni suo aspetto, anche attraverso le pagine di questo giornale. Le molteplici funzioni che contraddistinguono le varie razze, tra cui la caccia, la guardia, il traino ecc., hanno sempre costituito per l'uomo un servizio, una utilità frutto di un addestramento mirato alla risoluzione di un compito. Il ruolo dei cani ha sempre fornito all'uomo supporti di vario genere e, soprattutto negli ultimi decenni, è stato specializzato e riqualificato andando a rivestire nuove competenze quali, per es. la ricerca di persone disperse; di esplosivi; di sostanze stupefacenti.
Uno dei ruoli universali che il cane ha sempre assunto attraverso i secoli è quello della compagnia. Anche K. Lorenz, ipotizzando un'incontro casuale tra un cucciolo e un bambino, al quale il padre cavernicolo lo aveva donato perché giocasse con lui, descrive un rapporto di affetto, di reciproca compagnia che permette alla coppia di intraprendere un percorso di vita in comune. Nell'epoca rinascimentale, le dame dell'aristocrazia e della buona società amavano circondarsi di cani di piccola taglia come volpini, bolognesi o piccoli levrieri mentre è noto come il poeta Bayron era legato da profondo affetto al suo amatissimo terranova. Questi piccoli esempi, scelti tra mille altri disponibili che la storia ci ha consegnato, stanno a significare che i cani, piccoli o grandi che siano, hanno tutti una prerogativa in comune: la capacità di stabilire con l'uomo un rapporto affettivo, un attaccamento che trova radici profonde nel rispetto, nella coerenza e nelle cure che entrambe le parti sono disposti a concedere, ognuna con le capacità di cui dispone.
Si può partire da questo concetto di attaccamento che si sviluppa tra l'uomo e il cane per introdurre un argomento di grande attualità : la pet therapy; per studiarne la storia, per raccontarne i benefici di cui le persone possono godere e per descrivere quello che i cani sanno fare per aiutare l'uomo a migliorare la propria esistenza.
Era il 1953 quando lo psichiatra americano Boris Levinson scoprì in maniera del tutto casuale che la presenza del suo cane in studio agevolava notevolmente il rapporto con i suoi piccoli pazienti. Il cane, infatti, con il suo comportamento affettuoso e gentile era in grado di distrarli e di rilassarli, favorendo il dialogo e permettendo l'instaurarsi di un rapporto di reciproca fiducia tra medico e paziente. Da quel momento molti studi e ricerche vennero intraprese per valutare gli effetti benefici che gli animali suscitavano nelle persone di tutte le età. A distanza di mezzo secolo, si può certamente affermare che la pet therapy ha mantenuto le premesse originarie dimostrando in varie sedi, anche a livello scientifico, la validità dei benefici ottenuti dall'uomo attraverso la presenza e l'interazione con gli animali.
Significato del termine
Il termine "pet therapy", coniato da Levinson significa "terapia per mezzo dell'animale". Al giorno d'oggi, è stato ridefinito con una espressione più moderna: "Attività e Terapie Assistite con Animali" (AAA/T). La distinzione è necessaria perché le Attività Assistite con Animali (AAA) sono sempre di origine ludica, ricreativa, non necessitano di progetti specifici ma vengono attuate anche saltuariamente come forma di intrattenimento. Mentre le Terapie Assistite con Animali (TAA) sono sviluppate attraverso progetti mirati e sostenuti da protocolli d'azione; possono essere applicate a gruppi di pazienti di qualsiasi età o mirate alla singola persona.
Dato che l'animale leader nell'applicazione della pet therapy è il cane, i Paesi di lingua anglosassone hanno a loro volta coniato il termine "Therapy dog", ovviamente riferito all' utilizzo dei cani, proprio per la vastità degli obiettivi raggiunti con questo tipo di animale. Per comodità, nel susseguirsi del testo useremo il termine pet therapy.