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FISIOTERAPIA

A cura del dott. Carlo Miola
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Fisioterapia nel cane: 10 domande introduttive

di Dott. Carlo Miola

La displasia d'anca se non trattata durante il periodo d'accrescimento del cane, spesso porta conseguenze artrosiche in pazienti adulti o anziani. Quando la condizione artrosica non riesce a trovare giovamento nel trattamento conservativo (= gestione farmacologica del dolore e trattamento fisioterapico dei deficit) si ricorre ad interventi come la protesi totale d'anca o l' ostectomia della testa del femore , che per la loro complessità, necessitano comunque di un adeguato periodo di riabilitazione.
La rottura del legamento crociato anteriore (associata o meno a lesione meniscale ) è la patologia del ginocchio per cui più frequentemente viene richiesta la fisioterapia. Si tratta di una patologia molto diffusa nella popolazione canina, che può essere trattata mediante varie tecniche chirurgiche diverse tra loro (la ricostruzione extracapsulare, la ricostruzione intracapsulare e le più “moderne” TPLO e TTA). Ogni tecnica chirurgica porta con sé differenti indicazioni per il recupero funzionale: pertanto il protocollo fisioterapico in questi casi non sarà solo personalizzato in base ai deficit del singolo paziente, ma terrà conto anche della chirurgia effettuata. La lussazione di rotula e la necrosi asettica della testa del femore sono le patologie per cui più spesso viene riferito ad un centro di fisioterapia il cane di razza toy o di piccola taglia.

10 – Come viene sviluppato un protocollo di riabilitazione?
Il primo approccio del terapista nei confronti dell'animale avviene tramite la valutazione fisioterapica , volta alla stesura del protocollo di riabilitazione.
Un contatto telefonico con il veterinario curante, l'anamnesi, il referto di una recente visita ortopedica o neurologica e gli esami diagnostici già effettuati (esami di laboratorio, radiografie, ecografie, risonanza magnetica o TAC) sono necessari al terapista per comprendere a fondo la storia clinica del paziente. Con l' esame dell'andatura il terapista osserva attentamente l'animale mentre deambula; filmare questa fase della visita può essere utile per analizzare meglio i deficit del paziente. Il filmato dell'andatura sarà anche un punto di riferimento durante il periodo di riabilitazione: il terapista, il veterinario curante e anche il proprietario potranno rivalutare in itinere le condizioni iniziali del paziente e i progressi effettuati nella guarigione. In seguito vengono analizzate le condizioni del sistema muscolo-scheletrico: si palpano i raggi ossei, i ventri muscolari, i fondi ciechi articolari alla ricerca di zone dolenti o infiammate. Le circonferenze muscolari e i range di movimento delle articolazioni vengono misurati con metro e goniometro e annotati: i valori saranno un ulteriore riferimento per valutare il decorso del paziente durante le terapie. Si prende infine in considerazione lo stato di nutrizione del paziente, stimato con un punteggio ( body score condition ). Dopo la valutazione il terapista decide quali trattamenti effettuare: la maggior parte delle tecniche possono essere messe in atto solo “da mani esperte”, ma alcuni esercizi verranno prescritti al proprietario e saranno effettuati a casa come parte integrante del protocollo di riabilitazione. Una gestione controllata del paziente , con attività fisica adeguata alla sua condizione clinica, è necessaria alla buona riuscita della riabilitazione. Il terapista, analizzando l'ambiente in cui il cane vive, può consigliare il confinamento in luogo adatto (in modo che il paziente non possa affaticarsi o traumatizzarsi in assenza del proprietario) e fornire indicazioni precise riguardo al numero e alla durata delle passeggiate al guinzaglio, alla possibilità di effettuare scale o di rimanere libero durante alcuni momenti della giornata. Con la stesura del protocollo fisioterapico, viene emessa la prognosi : il terapista esprime un giudizio di previsione sul risultato delle terapie e sul probabile andamento della guarigione clinica. Riguardo alla durata del periodo di riabilitazione (specialmente per quanto riguarda il paziente neurologico) la prognosi rimane spesso riservata fino a che il terapista non riesce a vedere i primi miglioramenti nella condizione del paziente.

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